Alleniamo la Memoria

Alleniamoci la Memoria: Un Servizio di Comunità Per Invecchiare Meglio

De Vreese Luc P.
Consulente di Psicogeriatria territoriale, Distretto 3 di Modena

Quando la “perdita della memoria” non è una vera perdita

La stragrande maggioranza delle persone anziane manifesta variabilmente una minore efficienza nel funzionamento della memoria conseguente ad un fisiologico processo d’invecchiamento cerebrale. I disturbi della memoria lamentati derivano in realtà da un declino invecchiamento-dipendente della velocità di elaborare le informazioni, della capacità di concentrarsi e di svolgere simultaneamente più attività mentali. La velocità con cui vengono elaborate le informazioni rallenta con l’avanzare dell’età. Ad esempio, un 65enne risulta mediamente due volte più lento di un 20enne. Un anziano richiede, quindi, più tempo sia per memorizzare che per ricordare le cose! Con il progredire dell’età diminuisce anche il tempo in cui un anziano riesce a concentrarsi. Ciò non ha niente a che vedere con la memoria, bensì con una maggiore affaticabilità mentale sempre età-dipendente. Anche lo spazio di lavoro mentale si ristringe con l’invecchiamento e rende difficoltosi compiti che richiedono una attenzione divisa come per esempio, seguire la trama di un film con sottotitoli, leggere il giornale ed ascoltare la radio, guidare l’automobile in una città trafficata ecc. Queste difficoltà rendono l’anziano meno efficiente nel registrare, consolidare e recuperare le informazioni sfociando in svariati “vuoti di memoria” .

Elenco dei “vuoti di memoria” più frequenti nell’anziano sano

Ricordare i nomi propri al momento giusto Ricordare la strada per luoghi poco frequentati
Ricordare dove sono stati messi oggetti personali Ricordare numeri di telefono appena letti o sentiti
Ricordare se si ha già detto qualcosa a qualcuno Ricordare parole di bassa frequenza d’uso
Ricordare i dettagli di informazioni riferite Perdere il filo del discorso
Riconoscere volti di persone poco frequentate Dimenticare gli appuntamenti
Iniziare una attività e dimenticare cosa si stava facendo Ricordare numeri o codici poco usati

La nostra società mette a dura prova la memoria dell’anziano

La quantità e la velocità di informazioni a cui siamo esposti quotidianamente, sono quintuplicate rispetto a 50 anni fa. Questa nostra società ipercognitiva, nella quale conoscenza e memoria sono eccessivamente valorizzate, penalizza fortemente gli ultra65enni per i motivi apprena descritti. Le limitazioni fisiche legate all’età vengono più facilmente accettate che non una memoria deficitaria. Inoltre, manca una immagine precisa dei lati forti e deboli della memoria dell’anziano! Questa incertezza crea preoccupazioni perlopiù ingiustificate, favorendo un vissuto negativo del proprio invecchiamento cognitivo. Ciò crea un circolo vizioso in cui l’anziano incomincia a porre troppo attenzione sui propri errori ed a interpretare ognuno di essi come la prova di una perdita della memoria. Le malattie somatiche, la solitudine, i problemi economici con conseguenti depressione, ritiro sociale, deprivazione sensoriale e malnutrizione, fanno il resto!

Prevenire la demenza progressiva no, ritardarne il suo esordio sì

Se non siamo per ora in grado di prevenire, cioè di evitare la demenza in età geriatrica, possiamo, tuttavia, modificare i suoi fattori protettivi o di rischio. Recenti studi osservazionali rilevano una modesta, ma significativa riduzione del rischio di demenza Alzheimer – la forma di demenza più comune della terza e quarta età - grazie ad un corretto stile di vita non solo rivolto al corpo (ad es., attività fisica moderata, corretta alimentazione), ma anche mentale (ad es., una regolare stimolazione cognitiva attraverso i passa-tempi e le attività sociali)

E’ crescente anche l’evidenza che l’allenamento formale della memoria e di altre funzioni cognitive correlate, rallenta in modo significativo la velocità del loro declino fisiologico con un potenziale guadagno temporale sulla manifestazione clinica di una eventuale futura demenza.
Alla luce del rapido invecchiamento della popolazione italiana e del conseguente numero crescente di casi di demenza nuovi ogni anno (da 120.000 nel 2001 a 400.000 nel 2005, di cui la metà è affetto da Demenza Alzheimer), interventi come l’allenamento della memoria sono quindi di grande interesse visto l’enorme impatto sociale di questa malattia in termini di sofferenza individuale e famigliare e di assorbimento di risorse economiche. Ad esempio, si è calcolato negli Stati Uniti che se si potesse ritardare adesso la manifestazione clinica di demenza Alzheimer anche di solo un anno, si otterrebbe una diminuzione di 800.000 casi nel 2050!

Combinare l’attività fisica con quella mentale

E’ con questa filosofia che è stato allestito dal 23 Settembre 2004 nel Parco Amendola il “Giardino della Memoria ” (dal lato di Via Panni) che consiste in un percorso che costeggia il piccolo lago circolare, lungo il quale sono esposti dieci pannelli fissati su dei paletti di colore rosso. Ciascun pannello propone un esercizio imperniato su uno specifico aspetto della memoria . Prima viene definito il tipo o processo di memoria da allenare e la sua funzione ecologica, poi seguono l’esercizio vero e proprio e le sue varianti. La “seduta” si conclude con un consiglio volto a tenere in allenamento quell’aspetto della memoria anche nella vita di tutti i giorni.

Esempio di uno degli esercizi del “Giardino della Memoria” nel Parco Amendola

Obiettivo I nostri ricordi sono di solito fatti di immagini mentali. E’ importante, quindi, tenere in allenamento la capacità di creare nella mente immagini visive precise.
Esercizio Immaginate (ad occhi aperti o chiusi) la sala nell’ultima casa (amici, parenti) che avete visitato. Cercate di ricordare e di visualizzare nella vostra mente più dettagli possibili (ad es., disposizione dei mobili, quadri, sopramobili, luci ecc.).
Varianti Fate la stessa cosa per altri luoghi (albergo, ristorante, stabilimento balneare, ecc.) visitati di recente.
Consigli Osservate sempre bene gli ambienti che visitate o i percorsi abituali e cercate di riprodurli nella vostra mente.

Gli esercizi mirano soprattutto alla stimolazione delle strategie naturali sottostanti la registrazione, il consolidamento e il richiamo delle informazioni. In questo modo gli esercizi sono allo stesso tempo dei modelli per illustrare e dei mezzi per migliorare l’efficacia di queste strategie. I loro contenuti si basano prevalentemente sulla memoria episodica, fatta cioè di eventi vissuti di prima persona o riferiti in un preciso contesto temporo-spaziale, e quindi, per definizione non ripetibili. Ciò permette al cittadino di ripetere il percorso ad ogni passeggiata nel Parco, facendo magari anche un po’ di ginnastica dato che il Parco è già attrezzato per l’attività fisica. Si raccomanda il cittadino di esercitarsi assieme ad altre persone favorendo così non solo la socializzazione, ma anche il confronto delle diverse strategie utilizzate durante gli esercizi. Infine, è prevista la possibilità di autovalutare la propria memoria (i moduli sono reperibili presso…) , invitando l’anziano che percepisce qualche difficoltà, a cercare aiuto o ad iscriversi presso la circoscrizione di residenza ad un corso formale di allenamento della memoria.
Alleniamoci assieme.
A partire dal 2005 si organizzano presso le circoscrizioni della città anche dei corsi formali di allenamento della memoria. Ciascuno prevede otto sedute settimanali di un’ora circa, svolte in gruppi di 10-15 anziani e condotte da persone appositamente formate, con esperienza professionale in ambito geriatrico. I contenuti degli esercizi proposti durante le sedute e i compiti da fare a casa tra una seduta all’altra, mimano situazioni concrete e trattano argomenti di comune interesse per l’anziano. Come per il “Giardino della Memoria” l’obiettivo è la e l’acquisizione riattivazione/stimolazione dei processi mentali sensibili all’invecchiamento di una maggiore consapevolezza sul funzionamento della propria memoria. A differenza del “Giardino della Memoria”, i corsi formali presentano il vantaggio di potere variare le modalità di presentazione degli esercizi, di stimolare una sana “competizione” tra i partecipanti e di controllare più direttamente il rendimento di ciascun anziano attraverso una valutazione prima e dopo. A fine corso i partecipanti evidenziano una prestazione media ad una prova oggettiva di memoria (apprendimenti di tre liste di 10 parole) significativamente superiore rispetto al loro rendimento basale. Inoltre, sono gli anziani con un scarso rendimento iniziale a migliorare di più. Ciò significa che le persone con la necessità di tenere in allenamento la memoria sono proprio quelle che ne traggono maggiore beneficio! Il miglioramento alla prova di memoria oggettiva si associa ad un migliorato giudizio sul funzionamento della propria memoria. Ciò è un dato importante in quanto tutti i partecipanti, indipendentemente dall’entità della loro risposta terapeutica, vivono le loro smemoratezze in modo meno drammatico alla fine dell’intervento. Tale atteggiamento positivo riduce il rischio di perdere la spinta motivazionale per attività mnemonicamente impegnative, garantendo così agli anziani uno stile di vita cognitivamente attiva, che si è dimostrato essere un importante fattore protettivo per un declino cognitivo accelerato e patologico. I corsi dimostrano avere anche un effetto positivo sul tono dell’umore; coloro che si giudicano più “depressi” prima lo diventano meno alla fine del corso. I partecipanti apprezzano i contenuti degli esercizi e molti chiedono di poter iscriversi una seconda volta.

Una sfida per tutti anche per noi, futuri anziani!
Il “Giardino della Memoria” e i corsi di “Allenamento della memoria” rappresentano una sfida ad una della più terribili malattie della modernità, quale la demenza Alzheimer. Realisticamente ciò significa procrastinare nel tempo la manifestazione clinica della malattia attraverso un mantenimento delle riserve cognitive, individuare anziani a più elevato rischio di demenza e favorire una diagnosi tempestiva non solo di una eventuale demenza incipiente, ma anche di tante altre malattie somatiche o psichiatriche interferenti sul funzionamento della memoria. Si tratta di una sfida che coinvolge tutta la nostra comunità e che non deve essere persa, né per gli anziani di adesso né per noi, futuri anziani!

 

Per informazioni:

UFFICIO ATTIVITA' PROMOZIONALI - COMUNE DI MODENA
PUASS - Punto Unico Accesso Servizi Sociali
Telefono 059 436112 (Sig.ra Tania)

 

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PRIVACY - REGOLAMENTO GENERALE SULLA PROTEZIONE DEI DATI

Per conto dell'Associazione G.P.Vecchi per l'aiuto e sostegno dei Familiari di malati di Alzheimer di Modena e Provincia, con le notizie sul progetto 'Fiori di Bach' per i CAREGIVER ed i malati di Alzheimer, con la collaborazione degli allievi della Scuola di Floriterapia di Milano, notizie su Caffè Alzheimer a Modena, per nuove iniziative di sostegno ai Familiari e caregiver dei malati di Alzheimer di Modena e provincia.