Testimonianza di Renata
Cari amici, spero di permettermi di chiamarvi così, è una calda giornata di luglio ed ho avuto desiderio di raccontarmi.
Io e mio marito ( Gianni ) abbiamo 66 anni e viviamo ora soli. Dico soli perché l’unico ns figlio, sposandosi, si è trasferito fuori provincia di Modena, pertanto la distanza si sente (per tutti e due).
Il mio compagno è stato operato di duplice bypass nel maggio 1996, nel 1998 mi accorsi che aveva gravi disturbi di memoria recente: orale e scritta.
Siamo partiti per vari accertamenti ( durati più di due anni ) e in conclusione gli è stato diagnosticato una demenza cronica frontale, dovuta anche alla famigliarità da parte della famiglia paterna.
Per i due anni successivi ho vissuto questa esperienza, non accettandola, nella speranza che tutto si aggiustasse. Non volevo vedere la realtà.
Non vi descrivo le prime avvisaglie, quando non trovavo bicchieri e piatti nella nostra cucina o quando andava nel garage per prendere l’acqua minerale e tornava ripetute volte senza portare nulla.
Quando poi accompagnandolo in un circolo ricreativo “ Polisportiva “, per socializzare con alcuni conoscenti, per ben due volte è uscito prima dell’orario stabilito e si è perduto senza riuscire ad arrivare a casa. Allertati i vari, CC e Vigili Urbani con ansie e senso di colpa, ho dovuto avvertire nostro figlio, il quale mi ha aspramente rimproverato, secondo lui, per la mia negligenza.
Non si è trattato di leggerezza, ma di tentare di vivere una vita normale.Un’altra sera andato in auto per ritirare le pizze, è tornato dopo due ore e mezza ed aveva percorso circa 70 km senza ricordarsi dove fosse stato.
Da quella volta, viviamo sempre attaccati, sì ho la sicurezza, è vero, ma ho perso per sempre la mia libertà.
Capisco . io per lui sono un punto fermo di certezza, ma per me è quasi una prigione, mi cerca anche quando sono in bagno.
Scherzando , ho detto di avere la sensazione di essere come un biscotto “wafer” con due cialde attaccate da una crema.
Spesso mi sento in crisi e piango chiusa in bagno, e succede quando mi rendo conto che le funzioni cognitive di mio marito sono in continuo peggioramento ( per vestirsi e per lavarsi ), per capire i ragionamenti che gli faccio.Non immaginate quale vuoto e tristezza nel vedere il proprio compagno trasformato in tale modo.E tra un anno o due o tre ?
Con chi mi posso sfogare dalla mia tristezza?Ho trovato grande sollievo nel frequentare “L’Associazione Vecchi “, nei loro pomeriggi di “Tè per Due “ e grandi amici nei famigliari colpiti da questa orribile e devastante malattia, che convive con noi 24 ore, 365 gg e quanti anni?
Scusatemi lo sfogo e pensate a questa malattia così devastante per tutti i nuclei famigliari.
Ciao un caro saluto.